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[V&C] RESIDENT EVIL: THE UMBRELLA CHRONICLES
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[V&C] RESIDENT EVIL: THE UMBRELLA CHRONICLES
Era inevitabile che con l’arrivo di PlayStation Move sarebbero arrivate su PS3 conversioni in HD di giochi originariamente pubblicati su Nintendo Wii. Sebbene le caratteristiche del controller di movimento Sony, in accoppiata con la potenza di PS3, ispirino produzioni di ben altro spessore, diversi produttori trovano più conveniente perseguire la via della rimasterizzazione in alta definizione. Il che, a ben vedere, non è strategia tanto biasimabile, soprattutto alla luce del genere a cui appartengono molti dei remake rilasciati fino ad oggi: quello degli sparatutto su binari. Siamo soliti considerare gli esponenti di questo genere come passatempi leggeri e di scarso spessore, il che è comprensibile dal momento che la scarsa diffusione di light gun per console non ha certamente favorito la produzione di shooter pensati per un’utenza domestica. Questo limite, però, non è mai esistito su Nintendo Wii in virtù del suo Wii Remote. Qui il genere è di fatto proliferato, evolvendosi al punto da arrivare a proporre esperienze ben più profonde e sofisticate di quelle su cui si era soliti spendere qualche gettone in sala giochi. E così, se da un lato assistiamo all’arrivo su PS3 di sparatutto sempliciotti come The House of The Dead o Time Crisis di Sega e Namco rispettivamente, dall’altro assistiamo anche all’arrivo di titoli più complessi e articolati come Dead Space Extraction di EA e il qui presente Resident Evil: The Umbrella Chronicles di Capcom.
spirandosi alle passate edizioni della serie Resident Evil, The Umbrella Chronicles ricrea alcuni dei momenti chiave di Resident Evil 0, Resident Evil 1 e Resident Evil 3: Nemesis da un punto di vista letteralmente inedito. Quello, appunto, dello sparatutto con light gun. Nei panni di ben noti personaggi (da Rebecca Chambers a Chris Redfield a Jill Valentine) passerete in rassegna ambienti familiari come le strade di Raccoon City, la sua stazione di polizia o la villa, facendovi strada attraverso gruppi di zombi e le varie mostruosità del caso a colpi di pistola, mitra, fucili a pompa, lanciagranate e quant’altro. Il tutto operando un reticolo a video da una prospettiva in prima persona. Diversamente da Time Crisis e compagnia, però, non aspettatevi di cavarvela semplicemente tenendo premuto il grilletto. In The Umbrella Chronicles i conflitti a fuoco sono scanditi da un ritmo relativamente lento e richiedono sangue freddo e precisione. Nonché una buona dose di pensiero tattico. Prima di affrontare un livello viene chiesto di selezionare un’arma secondaria da affiancare alla pistola, quindi, nel corso del livello stesso, si possono recuperare fino ad altre due armi per un totale di 4 strumenti offensivi (in aggiunta alle granate). Al di là della pistola, però, tutte le armi extra dispongono di munizionamento limitato, pertanto è bene non abusarne per non trovarsi in difficoltà nei momenti in cui servono davvero per sopravvivere. Il più delle volte conviene quindi fare uso della pistola, ma non solo per risparmiare munizioni.
In The Umbrella Chronicles passerete gran parte del tempo ad affrontare zombie e, come ben sapete, il modo più rapido per sfoltire orde di ansimanti creature affamate di carne è mirare alla testa. Il problema è che in questo caso il punto critico di ogni zombi non è tutta la testa, ma solo la fronte. Piccola, dannatissima fronte che non sta mai ferma. Peggio ancora, solo i colpi di pistola producono danno critico, ergo la convenienza di usare quest’ultima il più frequentemente possibile, affidandosi magari a mitra, fucili a pompa o granate solo in casi di emergenza. Un altro stimolo all’uso della pistola deriva dal sistema di valutazione della propria performance. Questo tiene conto non solo del tempo speso per completare un livello (l’automatica progressione su binari spesso si arresta in attesa che venga liberata la scena dai nemici), ma anche del numero di colpi critici mandati a segno. Per inciso, alcuni livelli segreti e altri bonus possono essere sbloccati solo ottenendo eccellenti valutazioni.
Un altro aspetto distintivo di The Umbrella Chronicles è il ruolo ricoperto dagli ambienti. Gran parte dei loro elementi costitutivi, dalle lampade ai quadri ai vari arredi, può essere colpito e distrutto, rivelando oggetti come armi (automaticamente tradotte in munizioni laddove già in proprio possesso), granate o erbe curative, nonché documenti la cui consultazione permette di far luce su alcuni aspetti della storia. Ne consegue che anche nei momenti di (relativamente) tranquilla transizione fra uno scontro e l’altro, sarete comunque impegnati a sparare a qualcosa e raccoglierne il frutto prima che il cammino automatico del proprio alter ego lo spinga al di là dei confini dello schermo.
A tal proposito è utile segnalare che, sebbene il gioco sia fruibile pienamente usando solo il PlayStation Move, accoppiando a quest’ultimo un controller di navigazione o un DS3 si guadagna la facoltà di orientare leggermente la telecamera agendo sulla levetta analogica. Molto utile quando un oggetto o un nemico è di pochi centimetri al di fuori del campo visivo. Agendo sul dorsale o sul D-Pad del controller di navigazione o DS3 è inoltre possibile selezionare le armi in alternativa all’uso dei tasti Quadrato o Triangolo sul Move stesso. Per inciso, The Umbrella Chronicles può essere giocato con un controller tradizionale, ma non sperate di farci molta strada. Anche abilitando l’assistenza alla mira (che a dirla tutta non assiste più di tanto, ed è spesso di intralcio all’acquisizione dei punti deboli) e abbassando il livello di sfida al minimo, avrete non poche difficoltà a raggiungere la fine del gioco. Dimenticatevi inoltre di ottenere valutazioni sopra la media e quindi di sbloccare tutti i contenuti segreti.
Con i suoi 12 capitoli principali e una decina di capitoli secondari incentrati su eventi inediti vissuti da altri personaggi (come Albert Wesker, Ada Wong e persino l’agente speciale Hunk), tutti della durata di circa un’ora, The Umbrella Chronicles ha nella longevità un altro punto di forza, mentre la ricerca di segreti, l’esplorazione di vie alternative (alcuni livelli propongono biforcazioni) e una modalità per 2 giocatori in cooperativa (con condivisione di barra energetica) fanno da stimolo alla rigiocabilità. Non solo. Anche le armi giocano un ruolo in questo senso. Ciascuna di esse può infatti essere potenziata in termini di potere d’arresto e munizionamento spendendo le “stelline” che il gioco accredita al termine di ciascun livello in misura proporzionale alla valutazione ottenuta. Insomma, tanta carne al fuoco. E ovviamente non mancano i trofei.
Per quanto concerne la qualità tecnica della conversione, la versione PS3 di The Umbrella Chronicles non fa passi da gigante sul fronte visivo rispetto a quella originale per Wii, limitandosi a presentare in alta definizione (720p) modelli e texture di modesta fattura, senza approfittarne sul fronte del frame rate. Siamo nell’ordine dei 30 fotogrammi al secondo e, sorprendentemente, non mancano rallentamenti. Ciononostante la giocabilità non ne risente, anche grazie alla buona implementazione dei sensori di PlayStation Move nella gestione del mirino a video. Non è perfetto come quello di un The House of The Dead 4 (i 60fps di quest’ultimo fanno un mondo di differenza), ma svolge il suo compito con la stessa efficacia di quello manovrato a mezzo Wii Remote.
Sbressio
spirandosi alle passate edizioni della serie Resident Evil, The Umbrella Chronicles ricrea alcuni dei momenti chiave di Resident Evil 0, Resident Evil 1 e Resident Evil 3: Nemesis da un punto di vista letteralmente inedito. Quello, appunto, dello sparatutto con light gun. Nei panni di ben noti personaggi (da Rebecca Chambers a Chris Redfield a Jill Valentine) passerete in rassegna ambienti familiari come le strade di Raccoon City, la sua stazione di polizia o la villa, facendovi strada attraverso gruppi di zombi e le varie mostruosità del caso a colpi di pistola, mitra, fucili a pompa, lanciagranate e quant’altro. Il tutto operando un reticolo a video da una prospettiva in prima persona. Diversamente da Time Crisis e compagnia, però, non aspettatevi di cavarvela semplicemente tenendo premuto il grilletto. In The Umbrella Chronicles i conflitti a fuoco sono scanditi da un ritmo relativamente lento e richiedono sangue freddo e precisione. Nonché una buona dose di pensiero tattico. Prima di affrontare un livello viene chiesto di selezionare un’arma secondaria da affiancare alla pistola, quindi, nel corso del livello stesso, si possono recuperare fino ad altre due armi per un totale di 4 strumenti offensivi (in aggiunta alle granate). Al di là della pistola, però, tutte le armi extra dispongono di munizionamento limitato, pertanto è bene non abusarne per non trovarsi in difficoltà nei momenti in cui servono davvero per sopravvivere. Il più delle volte conviene quindi fare uso della pistola, ma non solo per risparmiare munizioni.
In The Umbrella Chronicles passerete gran parte del tempo ad affrontare zombie e, come ben sapete, il modo più rapido per sfoltire orde di ansimanti creature affamate di carne è mirare alla testa. Il problema è che in questo caso il punto critico di ogni zombi non è tutta la testa, ma solo la fronte. Piccola, dannatissima fronte che non sta mai ferma. Peggio ancora, solo i colpi di pistola producono danno critico, ergo la convenienza di usare quest’ultima il più frequentemente possibile, affidandosi magari a mitra, fucili a pompa o granate solo in casi di emergenza. Un altro stimolo all’uso della pistola deriva dal sistema di valutazione della propria performance. Questo tiene conto non solo del tempo speso per completare un livello (l’automatica progressione su binari spesso si arresta in attesa che venga liberata la scena dai nemici), ma anche del numero di colpi critici mandati a segno. Per inciso, alcuni livelli segreti e altri bonus possono essere sbloccati solo ottenendo eccellenti valutazioni.
Un altro aspetto distintivo di The Umbrella Chronicles è il ruolo ricoperto dagli ambienti. Gran parte dei loro elementi costitutivi, dalle lampade ai quadri ai vari arredi, può essere colpito e distrutto, rivelando oggetti come armi (automaticamente tradotte in munizioni laddove già in proprio possesso), granate o erbe curative, nonché documenti la cui consultazione permette di far luce su alcuni aspetti della storia. Ne consegue che anche nei momenti di (relativamente) tranquilla transizione fra uno scontro e l’altro, sarete comunque impegnati a sparare a qualcosa e raccoglierne il frutto prima che il cammino automatico del proprio alter ego lo spinga al di là dei confini dello schermo.
A tal proposito è utile segnalare che, sebbene il gioco sia fruibile pienamente usando solo il PlayStation Move, accoppiando a quest’ultimo un controller di navigazione o un DS3 si guadagna la facoltà di orientare leggermente la telecamera agendo sulla levetta analogica. Molto utile quando un oggetto o un nemico è di pochi centimetri al di fuori del campo visivo. Agendo sul dorsale o sul D-Pad del controller di navigazione o DS3 è inoltre possibile selezionare le armi in alternativa all’uso dei tasti Quadrato o Triangolo sul Move stesso. Per inciso, The Umbrella Chronicles può essere giocato con un controller tradizionale, ma non sperate di farci molta strada. Anche abilitando l’assistenza alla mira (che a dirla tutta non assiste più di tanto, ed è spesso di intralcio all’acquisizione dei punti deboli) e abbassando il livello di sfida al minimo, avrete non poche difficoltà a raggiungere la fine del gioco. Dimenticatevi inoltre di ottenere valutazioni sopra la media e quindi di sbloccare tutti i contenuti segreti.
Con i suoi 12 capitoli principali e una decina di capitoli secondari incentrati su eventi inediti vissuti da altri personaggi (come Albert Wesker, Ada Wong e persino l’agente speciale Hunk), tutti della durata di circa un’ora, The Umbrella Chronicles ha nella longevità un altro punto di forza, mentre la ricerca di segreti, l’esplorazione di vie alternative (alcuni livelli propongono biforcazioni) e una modalità per 2 giocatori in cooperativa (con condivisione di barra energetica) fanno da stimolo alla rigiocabilità. Non solo. Anche le armi giocano un ruolo in questo senso. Ciascuna di esse può infatti essere potenziata in termini di potere d’arresto e munizionamento spendendo le “stelline” che il gioco accredita al termine di ciascun livello in misura proporzionale alla valutazione ottenuta. Insomma, tanta carne al fuoco. E ovviamente non mancano i trofei.
Per quanto concerne la qualità tecnica della conversione, la versione PS3 di The Umbrella Chronicles non fa passi da gigante sul fronte visivo rispetto a quella originale per Wii, limitandosi a presentare in alta definizione (720p) modelli e texture di modesta fattura, senza approfittarne sul fronte del frame rate. Siamo nell’ordine dei 30 fotogrammi al secondo e, sorprendentemente, non mancano rallentamenti. Ciononostante la giocabilità non ne risente, anche grazie alla buona implementazione dei sensori di PlayStation Move nella gestione del mirino a video. Non è perfetto come quello di un The House of The Dead 4 (i 60fps di quest’ultimo fanno un mondo di differenza), ma svolge il suo compito con la stessa efficacia di quello manovrato a mezzo Wii Remote.
Sbressio
Re: [V&C] RESIDENT EVIL: THE UMBRELLA CHRONICLES
Bene,però la prossima volta cerca di inserire almeno un immagine o un video cosi da rendere più scorrevole l'articolo.
Comunque l'immagine si mette cosi : [img][/img] e dentro ci inserisci l'URL dell'immagine.
mentre il video si mette cosi : [youtube]URL del video[/youtube] Ricorda che il video deve venire da Youtube,altrimenti dagli altri siti non lo farà vedere sul nostro Forum.
Comunque l'immagine si mette cosi : [img][/img] e dentro ci inserisci l'URL dell'immagine.
mentre il video si mette cosi : [youtube]URL del video[/youtube] Ricorda che il video deve venire da Youtube,altrimenti dagli altri siti non lo farà vedere sul nostro Forum.
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