Rise of Spartans capitolo 3

Capitolo 3
Pianeta Reach 28 Agosto 2552 ore 6:10
Dopo aver fissato per tre secondi buoni il capo degli spartan, Dean gli chiese <ma perché dovremmo lasciare il nostro pianeta? Voi ci difenderete e respingerete gli alieni…giusto?> la risposta di Michael, il capo della squadra spartan nota come Bad Company fu preceduta da una risata generale dei suoi compagni di squadra <ragazzo è meglio che te ne fai una ragione, questo pianeta ormai è condannato, come tutti gli altri che sono stati attaccati dai Covenant. Forse ci vorrà un po’ di più a perderlo ma ti assicuro che anche questo mondo cadrà> <ma voi siete spartan! Il vostro dovere è di difendere noi umani dai Covenant e di proteggere le nostre case!> gli urlò contro Liz. Un’ altra risata generale partì dalle bocche degli spartan. Una di loro, Jennie gli rispose <mia cara forse tu ci stai confondendo con la squadra blu guidata da Master Chief, noi siamo solo la retrovia degli spartan, noi ci occupiamo di evacuare i civili dal pianeta prima che sia vetrificato. Abbiamo partecipato anche noi a diverse battaglie ma siamo stati spediti in quest’unità per il nostro comportamento insubordinato sul campo di battaglia e piuttosto che giustiziarci ci hanno spedito qui visto che ognuno di noi vale miliardi di dollari per l’ UNSC>
<ora basta con queste smancerie! Dobbiamo muoverci potrebbero arrivare altri Covenant> disse Haggard mentre teneva la zona sotto controllo con il suo lanciarazzi Jackhammer. <ha ragione Haggard dovremmo muoverci sergente, ho visto altre capsule da sbarco Covenant che entravano nell’ atmosfera sopra di noi > continuò Tucker, inginocchiato su una roccia vicino ad Haggard con il suo fucile di precisione. <bene signorine portiamo questi civili allo spazioporto di New Alexandria per l’evacuazione. <aspettate! C’è ancora mio padre dentro casa nostra dobbiamo andare a prenderlo vi prego!> <bene allora, Jennie, Ghost andate con lui mentre noi portiamo i suoi amici al pelican vi aspetteremo lì> <ricevuto signore> rispose Jennie.

Dopo qualche minuto di cammino il duo di spartan e Dean arrivarono nei pressi di casa sua e a quel punto Dean chiese a Jennie <ma come mai il tuo amico lì non parla?> <Chi, Ghost? Non può parlare perché durante una precedente missione un colpo di plasma sovraccaricato l’ha colpito sotto il mento danneggiandoli le corde vocali e, per la cronaca, lui non è mio amico, siamo solo colleghi. Ho imparato a non attaccarmi ai miei compagni di squadra durante questa guerra perché raramente tutti sopravvivono. Oh ecco casa tua…aspetta vedo movimento, accovacciatevi. Il trio si mise in ginocchio, al riparo dietro un mucchio di legna. <Ghost passami il binocolo…vediamo chi sta facendo compagnia al padre del nostro amico qui> gli disse la spartan al suo compagno. Jennie prese il binocolo e mise lo zoom a x10 per avere una visione chiara della casa e quello che vide no le piacque per niente. <******, dei jackal intorno alla casa e almeno due elite all’interno…non vedo tuo padre ragazzo. Forza Ghost andiamo a fargli visita tu ragazzo stai qui nascosto, non voglio salvarti il culo per la seconda volta questa giornata.

Dean obbedì e si distese sul terreno a osservare la scena: i due spartan si avvicinarono da due lati opposti della casa per circondare i nemici. Eliminarono rapidamente qualche jackal con colpi di magnum silenziata ma furono scoperti quando un elite occultato tra la vegetazione vide Ghost e gli saltò addosso sfoderando la sua lama energetica ed emettendo un urlo di guerra. Lo spartan estrasse il suo fucile a pompa e sparò sulla faccia dello Sanghelli proprio mentre lo stava per colpire con la sua lama. Intanto Jennie si occupava degli altri due elite che erano usciti dall’abitazione sparando con i loro fucili al plasma. Uno di loro fu ucciso da una granata a frammentazione lanciata dalla spartan mentre l’altro si era riparato dietro il camion del padre di Dean lanciando granate al plasma verso la posizione di Jennie ma fu quasi subito ucciso da Ghost che intanto gli era arrivato alle spalle e lo aveva infilzato con il suo coltello recidendogli la trachea.
A quel punto Dean si alzò in piedi e vide un’ombra avvicinarsi alle spalle di Ghost. Cercò di avvertirlo urlando ma lo spartan non sentì allora si mise a correre fino ad arrivare proprio di fronte allo Sanghelli occultato e gli sparò in piena faccia con il fucile del padre che si era messo in spalla dopo lo scontro al fiume.
Lo scudo dell’elite brillò di un blu acceso ma la corazza resistete ai pallettoni del fucile e prese Dean per il collo e lo sollevò da terra di mezzo metro con l’intenzione di infilzarlo con la sua lama solo per essere ucciso subito dopo da una raffica di fucile d’assalto di Jennie.
Dean cadde a terra tossendo così forte da sentire in bocca il sapore del latte che aveva bevuto a colazione. Ghost lo sollevò da terra e gli diede una pacca sulla spalla in segno di ringraziamento per averlo salvato.<bene bene, a quanto pare siamo noi a doverti ringraziare ragazzo. Senza di te probabilmente Ghost sarebbe morto> <Dov’è mio padre? L’hai visto?> gli chiese Dean <mi dispiace ragazzo ma ho trovato il suo corpo all’interno della casa. Se vuoi dargli l’ultimo saluto ti aspetteremo ma non metterci tanto>
Dean entrò in casa e trovò suo padre disteso sul pavimento della cucina. Dean si mise a piangere sulle spoglie di suo padre. Le sue lacrime erano colme di rabbia e di odio nei confronti dei Covenant. Si alzò in piedi e si diresse verso il salotto, o almeno quello che ne rimaneva, dove era esposta dietro una teca di vetro l’armatura da marine che suo padre aveva usato durante le guerre contro gli insurrezionisti e in parte anche contro i Covenant su Harvest mentre era in servizio sull’UNSC Spirit of Fire. Durante quella battaglia fu gravemente ferito alla gamba e l’UNSC lo congedò e gli diede un pezzo di terra qui su Reach da coltivare. Ora quell’armatura sarebbe stata indossata da suo figlio e sarebbe servita per mettere in atto la sua vendetta contro i Covenant.